Italiano
Giorgio Coen Cagli è nato il 28 Dicembre
1988 a Roma, città dove vive e svolge gran parte dei suoi progetti.
Si avvicina al mondo della fotografia a 17
anni, e dopo le prime esperienze da autodidatta si iscrive al Centro
Sperimentale di Fotografia "Adams" di Roma: qui approfondisce,
frequetando i corsi di tecnica base, intermedio ( 2006-2007 ) ed avanzato (
2009-2010 ), la conoscenza del medium fotografico sia dal punto di vista
tecnico che, soprattutto, nelle sue potenzialità comunicative ed informative.
In particolare, Giorgio sceglie di occuparsi di reportage sociale, e per questo
frequenta, sempre presso il CSF, il corso tenuto da Tano D'Amico (2009-2010) e
in seguito i corsi di foto-racconto di Rocco Rorandelli ( 2009-2011 ). In virtù
della formazione impartitagli dal Centro Sperimentale, dove ha l'opportunità di
riflettere riguardo il valore contenutistico della fotografia, sulle sue
implicazioni etiche e la sua utlità sociale, Giorgio matura un rapporto con la
disciplina fotografica che lo porta a servirsi di quest'ultima come un mezzo di
indagine attraverso la realtà, per cercare, quindi, di restituire immagini che
possano informare e sensibilizzare il pubblico.
Le tematiche scelte da Giorgio sono, sin
dagli inizi, quelle legate ai contrasti che caratterizzano la nostra società
rendendola frammentaria e spesso dando origine a situazione di disagio e
precarietà. Il suo primissimo lavoro (Ottobre 2007) si svolge dunque
all'interno del campo Rom di Roma, Tor di Quinto, pochi giorni dopo lo scoppio
di una nuova ondata di odio nei confronto delle popolazioni nomadi dovuta al
caso Reggiani, per cercare di documentare la vita di questo popolo al dilà
degli stereotipi; più tardi Giorgio avrà anche occasione di visitare il campo
Rom di Scampia, Napoli. Il lavoro è stato esposto nel 2008 nel corso della
prima edizione della rassegna "Occhi Rossi Festival".
Contemporaneamente, Giorgio comincia a
lavorare ad un tema che tutt'ora segue, parallelamente ad altri progetti, con
partecipazione: i movimenti studenteschi. Ha documentato "L'Onda"(
autunno 2008) ed oggi è al fianco di organizzazioni come UniCommon e A*R per
offrire un'immagine degli studenti che si distingua dall'opinione comune e una
visione delle proteste legata alle sue origini e sviluppi piuttosto che al mero
fatto di cronaca.
Nel Settembre 2009 visita Istanbul, e anche
qui si concentra soprattutto sui tessuti più disagiati della società come
senzatetto e nomadi; in seguito, torna a visitare la città nel Dicembre dello
stesso anno e realizza altre fotografie, che esporrà insieme alle prime in una
mostra collettiva dal titolo "No Dreams" (Giugno 2010).
Grazie ad alcune foto realizzate ad
Istanbul, Giorgio viene selezionato per partecipare ad un workshop con l'agenzia Magnum Photos
(3-7 Novembre 2009) a Barcellona, sotto la guida di Chris Still-Perkins dove
realizza un breve reportage sul quartiere del Raval, una realtà estremamente
frammentaria e difficile per via della presenza di comunità di
tossicodipendenti, alcoolisti e disoccupati oltre che per la convivenza, non
sempre pacifica, di diverse etnie, dovuta all'altissimo tasso di immigrazione.
Il lavoro viene esposto al termine del workshop con il titolo "Ghetto
Raval", nell'ambito del festival fotografico "Trafic" 2009.
Nel 2010 Giorgio inizia a lavorare al tema dell'espansione urbana di Roma a ridosso
della campagna e in particolare ai disagi che, dagli anni '60 in poi, questa ha
creato per la popolazione rurale, generando una convivenza forzata e spesso
paradossale tra il vecchio mondo degli ultimi pastori rimasti e la città in
continua crescita. Il lavoro, che prende in considerazioni in particolare il
parco dell'Appia Antica e la zona di Valle Aurelia, tipici esempi dell'effetto
dei "palazzinari" romani e delle costruzione abusive nate nell'ultimo
mezzo secolo, è intitolato "Roma Moderna", ed è stato esposto presso il "Cascina Farsetti Art 2010" e nel circuito espositivo del" X Festival Internazionale di Fotografia" di Roma; inoltre, una delle foto del progetto è stata selezionata tra le 10 fotografie finaliste del concorso "Racconta la tua Roma" indetto dallo stesso Festival ed esposta al MACRO-Museo d'Arte Contemporanea Roma
Contemporaneamente, Giorgio segue, con la
classe di Rocco Rorandelli, un lavoro dedicato alla rivalutazione dell'
Idroscalo, quartiere di Ostia (lido di Roma) che negli ultimi anni è stato
oggetto di una forte propaganda negativa da parte dei media, Obiettivo del
progetto è quello di offrire un'immagine delle famiglie che abitano il
quartiere diversa e realistica, lontana dagli stereotipi che dipingono gli
abitanti come delinquenti e criminali.
Nell’estate del 2011, Giorgio comincia un
lavoro nuovo, sia nelle scelte formali che in quelle tematiche: questo progetto
è “Kunstowollen” e consiste in una raccolta di ritratti di artisti che operano
nell’attivissima città di Berlino, uno dei massimi centri artistici
internazionali. Gli scatti sono realizzati con una macchina medio-formato, in
linea con la tradizioni di altri fotografi che nel passato hanno portato avanti
lavori simili, quali Ugo Mulas e Arnold Newman. Il tema fondamentale del lavoro
è dunque il rapporto psicologico tra l’artista e il suo ambiente creativo,
inteso sia come spazio fisico ( atelier o studio) che come contesto sociale,
fatto di collaborazioni, amicizie, eventi pubblici ecc..
English
I was born
in Rome on the 28th December 1988, where I live and carry on with most of my
projects and works.
I started
photography as a self-thought when I was 17 years –old, and after
experimenting on my own for a while I
decided to subscribe for the “CSF Adams”
school in Rome, where I attended
basic,intermediate and advanced technique courses. While learning how to
fully control the photographic process, I became interested in the social and
communicative role of photography, so I
decided to focus mainly on social reportage. Due to this passion, I signed for
two specific courses in the following years: one held by Tano D’Amico (2009-2011), one of the most important
Italian reporter, famous for his long-life work on the students’ political
protests, and based mainly on the history of the social reportage, and one held
by Rocco Rorandelli ( 2009-2011), photographer,member and co-founder of “Terra
Project” collective, mainly focused on how to build and work on a project in
all its moment, from the ideas to the final editing.
Since the
beginning of my reportage experience, I always focused on those issues that seems
to bring contrasts and clashes in our
society: my very first reportage was
shot in a Gipsy camp in Rome, a few days
following the killing of an Italian woman by a homeless that raised tension and hate of the population
against these people .I also documented
the daily life in another camp, located in the infamous Scampia block, in the
suburbs of Naples. Its title is
“Emergenza Rom”, as the name the media used to describe the situation, and it
was shown at the first edition of “Occhi Rossi Festival” in Rome (2008).
At the same
time, I started working on a issue which is still one of my main subject: the
students political protests. Starting from the “Onda” movement of 2008, I
always tried to have a different and deeper look at the students struggle, if compared to the one
offered by the media, trying to focus not only on parades and riots, but also
on the organization of the movement on
its political and ideological issues.
In
September 2009 I went to Istanbul, where I focused again on the weakest and
poorest part of the population, such as homeless and Kurdish minority. This
pictures where then shown in a
collective exhibition in Rome called “No Dreams”. A few months later, thanks to
the same pictures, I was selected to attend a workshop held in Barcelona by the
Magnum Agency ( 3-7 November 2009),
under the guidance of the photographer Chris Steel-Perkins I decided to focus
my reportage on the so called “Barrio Chino” ( or “el Raval”), one of the most
problematic block of the city, that lives the contrast due to the high
percentage of immigrants from many different countries, not always willing to
share the same streets. Also, the Raval’s streets are home to a number of heroin-addicted, and I managed to get in
touch with some of them and document their daily life. The final work, named
“Ghetto Raval”, was shown during the Trafic Festival of Barcelona as part of
the main event .
Back in Rome, I started to work on a project called “Modern
Rome”: it is a documentation of the
gap between the city and the country which has been characterizing some areas
of Rome, due to the massive and irresponsible illegal building that has been
dramatically changing the city's landscape since the Sixties.
I
reported this gap by following the last
families of shepherds of Rome in their absurd daily life, as most of them are
still living and farming according to their old traditions, while their rural
world is disappearing, eroded by the unstoppable and ineluctable urban
expansion. “Modern Rome” is been shown during the Cascina Farsetti Art Festival
of Rome (2011) and in the CSF Adams as part of the Fotografia-International
festival of Rome (2012).
While
working at this project, I also started a collective project with the class of
reportage I was joining under the guidance of Rocco Rorandelli. This reportage
is based on the “Idroscalo”, an infamous roman suburb, always shown by the
media as home of criminals, drug dealers and so on.
Aim of
the project, called “l’Altro Idroscalo” ( Another Idroscalo), was to give,
instead, a genuine and human version of
the people living here, that we met and knew ads “ normal” families, far from
the negative stereotypes they were known for. This project has been shown at
the “Cineporto” Festival of Rome, 2011.
In summer
2011 I started to work on a project which can be considered new both for its
contents and for the type of pictures.
“Kunstwollen”, which is the German word for “ art willing”, is a collection of
middle format artists’ portraits, shot in their atelier and galleries, but also
in their private and public moments, exhibition , meetings and so on. The main
matter I focused on is the link, the strong relationship between the artist and
its “environment”, meaning both the physical space where he/her works and the
social context where he lives.